Il convento dei Frati Minori Osservanti di Tursi venne eretto con bolla di Papa Eugenio IV nel 1442. Esso costituì il primo stabile insediamento francescano della Diocesi di Anglona, all’epoca ancora profondamente influenzata dagli antichi complessi monastici Italo-greci presenti nel suo territorio.
La costruzione del convento Minoritico di Tursi fu autorizzata dal Vicario dell’Ordine secondo i dettami che caratterizzarono il movimento riformatore dell’Osservanza. L’importanza della compagine minoritica di Tursi venne sottolineata dalla venuta in sede, nel 1519, del ministro generale dell’Ordine e “padre della stretta osservanza”, Francesco Licchetto da Brescia; nell’occasione viene fissata e resa valida la “stretta osservanza”, in linea con il pensiero di Giovanni Duns Scoto.
I Frati Minori dell’Osservanza rappresentavano l’ala più vitale del francescanesimo, quella che optava per il giusto equilibrio tra vita ascetica e vita attiva, alternando il lavoro intellettuale con quello manuale. In virtù dei dettami della Regola, le fabbriche conventuali vennero edificate in “loci” isolati e ameni, proprio come il complesso conventuale di San Francesco, detto degli “zoccolanti”. Esso è posto al di fuori del centro abitato, nella zona orientale della Rabatana, da cui è separato dal profondo fosso di San Francesco. L’ imponente complesso monastico (1859 mq) è articolato in diversi corpi di fabbrica; presenta un impianto in stile aragonese, poi rimaneggiato in forme tardo barocche nella seconda metà del 1600.
L’elemento caratterizzante del convento minoritico di Tursi è senza dubbio il massiccio campanile quadrangolare con cuspide arabeggiante, che rimanda a caratteri quattrocenteschi, come pure il chiostro a doppio ordine di arcate a tutto sesto. Le arcate inferiori poggiano su colonnine in ardesia locale, sulle quali sono scolpiti i nomi dei monaci-mastri che le realizzarono.
La chiesa è a navata unica caratterizzata dalla presenza di nicchioni laterali a tutto sesto, impreziositi da decorazioni in stucco, l’altare maggiore è inserito in un’abside quadrata. La caduta degli stucchi tardo-barocchi ha riportato alla luce gli affreschi realizzati tra la seconda metà del XV secolo e la fine del XVII secolo. Si sono conservati dei lacerti di un dipinto murale raffigurante il Giudizio Universale, L’Annunciazione e La Presentazione di Gesù al Tempio. Sono infine visibili tracce di affreschi cinquecenteschi sui nicchioni laterali dell’unica navata, raffiguranti la Madonna Immacolata, San Giovanni Evangelista e Sant’Elena, San Francesco e devoti.
La comunità degli Osservanti di Tursi rivestì nell’ambito della diffusione del francescanesimo in Basilicata un ruolo importante, come centro di propulsione spirituale e culturale. Fu sede di noviziato, di un seminario di arti libere, e sede di uno studio di filosofia e di una prestigiosa biblioteca, che arrivò a conservare ben 768 volumi. Nel 1807 il convento venne soppresso dal governo Bonapartista e solo nel 1818 i monaci poterono rientrarvi. Dopo alterne vicende, e nuove confische messe in atto dal governo post-Unitario, il convento si avviò verso un lento ed inesorabile declino che lo portò ad uno stato di completo abbandono. Il convento di San Francesco è stato sottoposto a vincolo ambientale nel 1991 ed attualmente è in fase di restauro.
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